Per visitare questo settore della Basilica è necessario rivolgersi a uno dei custodi.
La decorazione della parte absidale della Basilica. La decorazione pittorica che ricopre la parte absidale della Basilica è stata realizzata dal bolognese Achille Casanova e aiuti tra il 1903 e il 1939, secondo un ampio progetto iconografico che non è il caso di presentare. L'intervento è stato molto criticato, perché troppo scolastico e disturba le pure linee architettoniche, che avrebbe dovuto invece accompagnare con semplicità e discrezione. Ma sarebbe riduttivo vedere soltanto ciò. L'opera ha in effetti qualcosa di grandioso ed è certo unica. Quando la Basilica è debitamente illuminata, si resta affascinati da una viva e avvolgente emozione

Il candelabro pasquale: capolavoro di Andrea Briosco. A nord dell'altare si può osservare il superbo candelabro pasquale in bronzo di Andrea Briosco, detto il Riccio, terminato nel 1515. Non solo per dimensioni (m 3,92 più 1,44 di basamento marmoreo) ma anche per complessità e livello di fattura esso è uno dei massimi candelabri dell'Occidente cristiano.
Il complesso donatelliano: una grandiosa sinfonia della vita e della fede. - Concludiamo la visita della Basilica, osservando alcune delle trenta opere che il grande Donatello ha creato a Padova, dal 1444 al 1450, e che costituiscono uno degli eventi fondamentali del rinascimento e dell'arte non solo italiana.
La sacrestia è preceduta da un atrio adorno di pregevoli affreschi. Sono attribuibili a un seguace di Girolamo Tessari (detto anche Dal Santo). Rappresentano due miracoli: sant'Antonio predica ai pesci e il bicchiere scagliato a terra rimane intatto (entrambi dei 1528).
Nella lunetta sopra la porta murata, bell'affresco della metà dei '200: Vergine coi Bambino tra i santi Francesco e Antonio.
Entrati nella luminosa sacrestia, si ammiri subito la volta tutta ravvivata dagli affreschi di Pietro Liberi che cantano, con estro e sbrigliata fantasia, la gloria di sant'Antonio (1665).
Sulla destra dopo l'entrata, la parete è occupata da un grande armadio a muro, opera di Bartolomeo Bellano (1469-1472). Le dieci tarsie che lo illuminano sono di Lorenzo Canozzi (1474-1477); rappresentano (da sinistra): i santi Bernardino e Girolamo, Francesco e Antonio, Ludovico d'Angiò e Bonaventura; nei pannelli sottostanti, nature morte con Iibri e oggetti liturgici. Sulle altre pareti, tele a olio di Francesco Suman (1847).
Attraversata una stretta saletta, si scende nell'ariosa sala dei capitolo (si chiamano capitoli le riunioni ufficiali dei frati). Originariamente era decorata con un ciclo d'affreschi attribuiti a Giotto. Purtroppo ora ne rimangono pochi resti.
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